Casa Natia

Possiamo entrare nella autentica CASA NATIA, dove la famiglia Savio visse fino all’inizio del 1843 quando si trasferì, sempre per motivi di lavoro, a Mondonio, un piccolo borgo nei pressi di Castelnuovo, dove il ragazzo terminò le scuole elementari.

Uno degli episodi più significativi per meglio comprendere il carattere di Domenico è quello riportato dal suo maestro, Don Cugliero, il quale riferì in una lettera inviata all’Archivio salesiano centrale che durante l’inverno 1853- 54 i ragazzi dovevano portare a scuola, oltre ai libri, un po’ di legna per alimentare la stufa e due alunni, approfittando del fatto che il maestro non era ancora arrivato, non solo non portarono legna, ma riempirono la stufa di neve, mandando su tutte le furie Don Cugliero che cercò subito il colpevole.

I due teppistelli accusarono l’ignaro Domenico, il quale per castigo fu messo in ginocchio sul pavimento dell’aula. Alla fine della mattinata però alcuni compagni raccontarono al prete come erano realmente andate le cose.

Costui rimase senza fiato e alla domanda perché non si fosse difeso, Domenico gli rispose con semplicità: “Anche il Signore è stato calunniato ingiustamente. E non si è mica ribellato”.

Impressionato da quanto accaduto, il sacerdote andò da Don Bosco a Torino per segnalargli questo alunno fuori del comune: “Lei nella sua casa”, gli disse, “difficilmente avrà chi lo superi in talento e virtù. Ne faccia la prova, e troverà un san Luigi”.

Come Domenico ha camminato nella sua terra con il cuore rivolto al cielo così Bosco ci esorta “Camminate con i piedi per terra e col cuore abitate in cielo”.