Cappella
Ci spostiamo nella CAPPELLA.
Quando Domenico Savio morì, Don Bosco era talmente convinto della sua santità che decise di pubblicarne subito la biografia. In effetti, questo ragazzo aveva tutte le carte in regola per essere additato come modello ai giovani.
A Mondonio, il cappellano Don Giovanni Battista Zucca rimase colpito dalla precocità spirituale del ragazzino, tanto che decise di ammetterlo a 7 anni – cosa straordinaria per quei tempi – alla prima comunione.
Quel giorno, la domenica di Pasqua del 1849, su un foglietto conservato da lui in un libro di preghiere e trovato poi da Don Bosco, il piccolo Domenico scrisse testualmente:
- Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà licenza.
- Voglio santificare i giorni festivi.
- I miei amici saranno Gesù e Maria.
- La morte, ma non peccati.
Questi propositi furono il suo programma di vita.
Il motto di Don Bosco “Da mihi animas, caetera tolle” è ben vissuto dal piccolo santo che ha donato la sua anima alla sua guida spirituale ai suoi amici Gesù e Maria.