La storia del centro
E’ storia recente! Nel 1978 i Salesiani della Ispettoria Centrale di Torino, per interessamento dell’allora Ispettore don Felice Rizzini, vennero in possesso dell’intero fabbricato di proprietà dei Gastaldi (che comprendeva la casa natìa di Domenico Savio, il cascinale agricolo con la abitazione dei proprietari, la stalla , il fienile, un’ampia tettoia per gli attrezzi agricoli, una vasta aia con l’orto, il tutto difeso da un tipico e antico muretto in mattoni (scrupolosamente conservato), oltre un prato attiguo sul versante opposto della strada.
L’Ispettore (essendo allora l’Ispettoria impegnata nel grande e costoso “Progetto Africa” nelle terre povereIl centro La Casetta prima del restauro del Kenya) chiese ai Cooperatori ed Ex-allievi di assumersi la responsabilità e l’onere di ristrutturare e trasformare il complesso in Centro di Accoglienza per giovani con l’impegno di curarne autonomamente la gestione. La richiesta fu accolta con grande entusiasmo da adulti e giovani. Cominciò così l’avventura della “Casetta”. Si misero subito all’opera dando ore e giornate di lavoro, ricercando con fantasia e pazienza i fondi necessari, confidando sempre nella Provvidenza che non deluse le loro attese. Preziosa fu ed è tuttora la generosa collaborazione dei borghigiani.
Nel 1983 fu inaugurata una parte del progetto curato dall’arch. Marengo Ferrante di Asti. Gli ambienti, già adibiti ad abitazione, completamente adattati e ristrutturati, potevano accogliere una ventina di giovani. Arrivarono, infatti, dall’Olanda, a confermare la preziosità e l’utilità del progetto “Casetta”. Da allora il flusso di gruppi non si è più fermato.