Regina della pace DA DONNA A DONNA Silvia Falcione Baradello
REGINA DELLA PACE
Cara Maria,
le litanie sono una antica preghiera troppo lunga e passata di moda, ma alcune sono molto belle. Questa è la litania che preferisco Da quando ero bambina perché la pace è donna. Da quando è morto mio marito molte persone mi ripetono che devo fare pace. Il primo me lo ha detto un’ora dopo che lo avevo sepolto nel camposanto. Mi sono ribellata. Lasciami in pace ti ho detto. Cosa vuoi da me? Ho appena sepolto mio marito. Non lo vedrò più. Sarò sola davanti alla vita. E poi fare pace perché? fare pace con chi? Con Dio? no. Non ho mai pensato che fosse colpa di Dio. Con i medici che hanno tentato tutto fino all’ultimo per salvarlo? Neppure. Con lui perché era morto e ci aveva lasciati soli? Si forse si. Con lui si, ma in fondo che ci poteva fare. Mica poteva fermare la morte che lo aveva scelto.
Allora fare pace con chi? Con la morte che ci raggiungerà tutti prima o poi anche se non sappiamo quando? È il suo mestiere. Con la vita che non lo aveva tenuto stretto fra le sue braccia senza lasciarlo andare? Forse…. Con me stessa che non avevo fatto abbastanza per aiutarlo nell’affrontare la difficile malattia? Si forse anche.
Non ho ancora fatto del tutto pace con me stessa perché poi ti vengono in mente mille cose che avresti potuto fare o dire e non ti sono venute in mente e non mi sono venute perché ero terrorizzata anche io come lui. Perché la paura paralizza. La paura di non sai cosa. Non lo sai perché non puoi controllarlo. È fuori dalla tua portata. Quale pace dovevo fare? Non lo so. Di fatto non sono in guerra con nessuno e lo sono con tutto. Con ogni momento atto ricordo luogo odore immagine che mi ricorda lui che mi ricorda noi insieme qui nel mondo dei vivi. Ma si può fare pace coi ricordi? Che senso ha? Un senso ce lo ha? Non credo che sia questo il punto.
La rabbia che spesso mi assale è quella che mi fa alzare la mattina. Che mi fa andare avanti. Che mi permettere di vivere. Essere in pace adesso sarebbe bello ma sarebbe come aver cancellato tutto e averlo chiuso dietro un vetro opaco. Non voglio. Voglio vivere tutto. Con sincerità e anche disperazione se occorre voglio vivere ogni emozione e ogni sentimento. Regina della Pace, Maria. Questa è la litania che ho sempre preferito. Perché noi donne sappiamo cosa è la pace anche dentro il conflitto anche dentro il dolore anche dentro lo strazio anche dentro la guerra il supplizio la tortura noi sappiamo che la pace non è vendetta contro nessuno mai.
Ma sappiamo che la pace non è passiva. Non è immobile non è inattiva. La pace è vivere appieno anche la rabbia e il dolore e poi sciogliergli nelle lacrime. Consolarli con le carezze. Riaprire le ferite per pulirle e non farle imputridire aspettando che guariscono da sole. Fare la pace è non fare del male mai…a nessuno…vivo o morto…neppure a noi stessi. è guardare oltre…oltre la violenza per spiazzarla e stupirla col perdono e con ‘innocenza di chi ha l’anima pura come Lucia davanti all’innominato.
Come Rosa Park seduta sul sedile del bus dei bianchi. Come Vandana Shiva abbracciata a un albero da salvare. Come le suffragiste con i loro striscioni e le donne in nero e le madri di Plaza de Mano. Perché la pace non è solo un sostantivo femminile. La pace è donna, come il titolo del libro di Vandana. La pace è come Chiara in ginocchio davanti a Francesco appena spirato. Come te con in braccio tuo figlio morto crocifisso e torturato.
Perché non accada mai più. Mai più che l’uomo alzi la mano contro un altro uomo che qualcuno si inventi un nemico perché la pace non concepisce nemici. Li cancella dalla vita e dalla morte. Per sempre. La pace è pace, ma non dei sensi. È attività, perciò Gesù dice Beati gli operatori di pace. Operatori. Attivi. Nella vita e nella morte. Madre del perdono. Regina della pace prega per noi.
Amen.