San Domenico Savio – Lodovico Gillio, già Sindaco di Riva presso Chieri

Ricordo alcune date che i residenti di San Giovanni di Riva della mia generazione conoscevano bene.

Domenico Savio è nato a Riva presso Chieri, in Frazione San Giovanni, il 2 aprile 1842 alle ore 9.00, e fu battezzato lo stesso giorno alle ore 17.00 nella Chiesa Parrocchiale di Riva: lo testimonia anche una lapide apposta nel battistero.

La famiglia proveniva da Castelnuovo d’Asti (ora Castelnuovo Don Bosco) ed è rimasta San Giovanni solo due anni, per poi ritornare a Castelnuovo in frazione Murialdo.

Dopo essere stato ospite dell’Oratorio di Don Bosco a Torino per alcuni anni, gravemente malato ritornò in famiglia a Mondonio dove morì il 9 marzo 1857, in odore di santità: dopo la sua morte Don Bosco scrisse la sua vita e dichiarò:

“questo ragazzo farà parlare molto di sé”.

Nel 1950 è stato proclamato beato da Papa Pio XII e il 12 giugno 1954 lo stesso Pio XII lo proclamò Santo nella Basilica di San Pietro in Vaticano, alla presenza anche di alcune persone della frazione.

In occasione della beatificazione e canonizzazione i parrocchiani di Riva in processione portarono nella Chiesa di San Giovanni la statua che oggi vediamo.

La frazione San Giovanni, nel 1957, primo centenario della morte, realizzò il monumento marmoreo davanti alla casetta natia, successivamente trasformata in un centro di accoglienza per i giovani.

Ricorrendo quest’anno (12 giugno) i 70 anni dalla canonizzazione, il Parroco Don Claudio Bertero ha proposto al Sindaco e alla popolazione tutta di proclamare San Domenico Savio co-patrono di Riva presso Chieri, insieme a Sant’Albano.

Nel corso di una solenne Celebrazione, oggi 12 giugno alle ore 11.30, il Parroco ha illustrato la proposta ai fedeli, con grande partecipazione dei ragazzi dell’Oratorio.

Anche l’Oratorio avrà patrono San Domenico Savio, e la lode Inneggiamo a Domenico Savio, composta con parole e musiche dall’ex parroco e musicista Don Ettore Gaia, sarà l’inno ufficiale del nostro Oratorio.

“È doveroso che Riva, onorato da tanta grazia e notorietà, abbia a tributare il giusto onore a questo suo così illustre Concittadino”.

-Lodovico Gillio

SAN DOMENICO SAVIO E DON CLAUDIO

Oggi, 2 giugno, in vista della ricorrenza del 70° anniversario della canonizzazione di San Domenico Savio, avvenuta a Roma in San Pietro il 12 giugno 1954, in qualità di Parroco di riva Presso Chieri e a nome di tutta la Popolazione di Riva, presento al Sindaco la richiesta ufficiale di scrivere, anche a tutti gli effetti civili, il nostro conterraneo San Domenico Savio, nato a Riva presso Chieri, Fraz. San Giovanni, il 02 aprile 1842 ore 09.00 e battezzato nel medesimo giorno alle ore 17.00, nella nostra Chiesa parrocchiale, quale Compatrono di Riva Presso Chieri, insieme a Sant’Albano.

Il giorno 12 giugno, durante la Messa, lo dichiarerò patrono del nostro Oratorio insieme a San Giuseppe, istituendo anche l’inno – scritto e musicato dal Priore di Riva don Ettore Gaia: “Lode a S. Domenico Savio” – quale inno ufficiale dell’Oratorio di Riva.

Di Buon Mattino (Tv2000) – Le catacombe di Priscilla

Il pellegrinaggio è una pratica devozionale che consiste nel recarsi collettivamente o individualmente a un santuario o a un luogo comunque sacro e quivi compiere speciali atti di religione, sia a scopo di pietà sia a scopo votivo o penitenziale.

«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio.»

Un pellegrinaggio cristiano è una pratica religiosa svolta da fedeli cristiani verso luoghi di culto particolarmente significativi e santi.

Ecco una tappa di un pellegrinaggio molto interessante con la nostra guida, Monsignore Pasquale Iacobone.

Willy e la Casetta, un sogno senza fine

Una bella eredità

Quando si parte per un lungo soggiorno altrove, quando si chiude una esperienza importante, quando si termina un ciclo scolastico o il rapporto di lavoro, rimangono i ricordi, che tutti sperano essere belli, affettuosi, significativi.

Alunni ricordano alcuni insegnanti particolarmente capaci, colleghi ricordano il loro ufficio con un po’ di nostalgia, un amico ricorda con affetto colui che è partito per studio, lavoro o nuovi legami.

Ci sono persone che però, dopo la loro partenza, non lasciano solo ricordi: trasmettono messaggi.

Maurizio Baradello ci ha lasciato un ricordo che è più di un pensiero, di una emozione: è un esempio, un impegno e anche una promessa.

L’esempio per la politica che costruisce, l’impegno per creare ponti e la promessa di non voltarci dall’altra parte.

L’impegno politico era un dovere morale, la risposta al richiamo dei valori autentici del vivere civile.

La collaborazione internazionale non era un lavoro per Maurizio, bensì una missione.

Rau ci fa una promessa: buoni cristiani e onesti cittadini vanno per il mondo in tranquillità seminando Pace stringendo mani sconosciute e abbracciando fratelli senza distinzione di razza, cultura, religione.

Grazie Rau.

Pensieri e Parole | Il dolore – Silvia Falcione

A me sembra che il dolore si presenti sul sentiero della vita a tappe come una pietra d’inciampo o come un temporale da cui esci fradicio ma poi ti asciughi.

Resta una pozza.

Resta un ricordo di un evento andato. Concluso.

Ma quando il dolore è molto troppo, allora diventa un pozzo profondo.

Non riesci a parlarne con nessuno. Soprattutto con le persone coinvolte.

Il pozzo è profondo.

Intorno tutta la vita continua gioiosa e le stagioni si susseguono.

L’erba cresce e i fiori sbocciano.

Meglio non affacciarsi al bordo del pozzo. Ti attira sul fondo e ti potrebbe tirare giù.

Meglio restare sul prato e sul sentiero dove la vita continua e lasciare il pozzo laggiù guardandolo ogni tanto per ricordare.

Guardando l’erba che cresce anche li intorno insieme alle margherite.

Il pozzo è pieno di lacrime lo sai. Ma tu sei dentro la vita che continua e fiorisce.

Non puoi sigillare il pozzo custode delle tue lacrime.

Ma non avvicinarti. Potrebbe attirati giù.

Cogli le margherite e sorridi e percorri il sentiero con gli altri. Anche loro hanno un pozzo.

Ma non ti diranno quale.

Pensieri e Parole | Gioia. Sostantivo femminile. – Silvia Falcione

Stato emotivo di viva, completa, incontenibile soddisfazione che provoca una gioia piena con grida e lacrime di gioia, a volte.

“Gioia promette e manda pianto Amore” (Foscolo)

La gioia è un’emozione. Come tale la gioia è uno stato profondo dell’essere.

Nasce in modo inaspettato, davanti al cielo, al mare, a due occhi belli, ascoltando una canzone, da un ricordo, un profumo, un sorriso…

Quando la gioia ci viene dagli altri riguarda l'altruismo, mentre la felicità è un piacere personale.

Bisogna essere profondamente radicati e consapevoli di se stessi per poter aiutare gli altri, senza che un senso di sopraffazione o di frustrazione per un mancato riconoscimento dei propri sforzi ci raggiunga.

Si chiama altruismo, si pratica in modo incondizionato e ha a che fare con la gioia.

La felicità deriva da istanti, in cui il piacere è di solito personale. Bisogna essere allenati alla gioia per poter riconoscere gli istanti di felicità.

La felicità accresce la gioia e viceversa.

La gioia va allenata quotidianamente, ricercandola nel profondo.

È una specie di bussola: se sappiamo di cosa è fatta la nostra gioia che è fatta di perdono di eventi passati, accettazione del nostro presente e costante senso di gratitudine per la vita, sappiamo anche come ritrovarla in ciò che ci accade.

Pensieri e Parole | Quaresima – Silvia Falcione

Quaresima.

Quaranta giorni in cui i catecumeni si preparavano al Battesimo. Nella notte di Pasqua.

Un tempo per rinnovare in profondità la nostra fede.

Un tempo per mettere in discussione la nostra fede e verificare in profondità come la viviamo.

Un tempo per mettere in crisi i nostri programmi e rinnovarli e per fede, accettare i programmi di Dio. Anche se non ci sono chiari.

Un tempo per ripercorrere le strade della preghiera che ricarica lo Spirito.

Un tempo per riflettere sul peccato.

Il peccato è il buio della vita, è notte, è morte.

Il perdono è la luce che illumina questa notte.

Il perdono per noi stessi e per gli altri.

Il perdono è il sacramento della fede.

È il sacramento della verità su noi stessi.

È il sacramento della maturità della nostra fede, della libertà, dell’amore, della gioia, dello Spirito Santo, della Resurrezione.

La Quaresima è un tempo per perdonare.

Per riscoprire l’incontro con Dio nel perdono.

Pensieri e Parole | La Famiglia Salesiana – Silvia Falcione

Le giornate di spiritualità della Famiglia Salesiana 2024

Da giovedì 18 gennaio a domenica 21 si sono tenute a Valdocco le Giornate di Spiritualità per tutti i gruppi della Famiglia Salesiana, che sono davvero molti e sparsi per il mondo. Era la 42^ edizione, ma solo la quinta a Valdocco.

“Questo evento celebra la profonda comunione che esiste tra tutti i gruppi e con tutti i continenti. Il motivo centrale che ci riunisce è quello di vivere una profonda esperienza salesiana come famiglia, intorno alla Strenna che il Rettor Maggiore propone a tutta la Famiglia Salesiana e che per quest’anno è “Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i lupi in agnelli.

Così ha detto don Joan Lluis Playa delegato RM per la F.S.

Giovedì il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Ártime ha presentato a tutti la Strenna dicendo che il tema era stato ispirato dal fatto che il sogno dei nove anni che guidò tutta l’opera di Don Bosco, avvenne esattamente 200 anni fa nel 1824.

“Ritengo che la ricorrenza bicentenaria del sogno (…) meriti di essere messo al centro della Strenna, che guiderà tutto l’anno educativo pastorale di tutta la famiglia Salesiana. Esso potrà essere ripreso e approfondito nella missione evangelizzatrice, negli interventi educativi e nelle azioni di promozione sociale che in ogni parte del mondo fanno capo ai gruppi della nostra Famiglia, che trova in Don Bosco il Padre Ispiratore.”

Così scrive nell’introduzione Don Angel che è al termine del suo mandato e ha salutato tutti con commozione domenica in teatro. Tutti, davvero tutti, perché erano presenti quasi 400 persone provenienti da tutto il mondo in particolare quello di lingua spagnola, ma anche dal Libano, dall’Ucraina, dall’Ungheria…un popolo multicolor che ha vissuto i momenti di spiritualità e di festa con grande partecipazione ed allegria salesiana.

Non sono riuscita a partecipare a tutte le giornate, ma queste esperienze di mondialità trovo che siano sempre incredibilmente arricchenti per l’anima.

Alcuni temi mi sono rimasti impressi ascoltando: aprirsi a tutti, non restare chiusi nelle nostre piccole realtà, essere operatori di pace, educare alla pace, rinnovare ogni giorno la nostra vocazione, dedicarsi ai giovani più poveri come ha fatto Don Bosco, essi non sono oggi molto diversi da quelli che lui ha incontrato, cercato e amato.

 

Pensieri e Parole | Pace – Silvia Falcione

Proviamo a dare un senso alle parole.

Quelle che a volte diamo per scontate e che sono entrate nel vocabolario quotidiano non si sa bene come.

Integrazione. Certamente il senso e il significato delle parole non è solo quello letterale ma ha un aspetto di percezione personale e sociale.

Inclusione. Il termine integrazione ha preceduto per esempio nella riflessione sociologica e pedagogica il termine Inclusione. Entrambi dovrebbero essere sempre accompagnati da un aggettivo es. Sociale o scolastica che serve per esplicitare gli ambiti di applicazione. Da soli si espongono a equivoci.

Tolleranza. Spesso a me non basta. Non mi basta essere tollerata. Voglio di più. Vorrei essere capita. Tuttavia la tolleranza è il primo passo verso il percepire le differenze come ricchezza culturale. Sta anche alla base delle democrazie moderne. Certo è un termine limitato, un primo
passo verso un obiettivo più alto ovvero la convivenza civile e la cittadinanza. Ma senza il primo passo non si scala la montagna. Non si percorre nessuna strada.

Gennaio è il mese della pace. Senza tolleranza e senza inclusione sociale la pace non è di fatto possibile.

L’oratorio di Valdocco era ed è ancora spero, fondato su questi valori.