Carissimo Willy – Giovanni Bergamelli
Carissimo Willy,
Sono Giovanni Bergamelli di Nembro (Bergamo), ex allievo di Penango. Per anni sono venuto a Gressoney con la mia famiglia, ma sono anni che manco dalla colonia anche se ogni tanto sono presente a Chieri o a Penango in occasione degli incontri.
Approfitto per salutare e ringraziare per l’impegno che dimostrate nel portare avanti l’associazione.
Ti invio la foto di un quadro che rappresenta ricordi e momenti della vita del Collegio di Penango ricostruito in fiammiferi, perlopiù usati, raccolti soprattutto dai miei alunni di scuola nel decennio 1970-1980.
Sapendo che io ne avevo un grande bisogno, essi sottraevano alle loro mamme intere scatole di fiammiferi, li accendevano ad uno ad uno per spegnerli immediatamente e potermeli così consegnare a scuola ancora quasi nuovi.
Il lavoro era stato progettato nell’intento di portarlo a termine nel 1988, anno del Centenario della morte di don Bosco. Purtroppo per motivi vari avevo dovuto sospendere l’iniziativa.
Ripresi in mano i fiammiferi nei primi anni di questo secolo pensando di completare il lavoro per il 2015, anno del Bicentenario della nascita di don Bosco. Non fu così.
Solo da alcuni anni ho recuperato i disegni preparatori ed i fiammiferi rimasti, ma mi misi al lavoro decisamente solo dal novembre 2018, quando mi son detto: o adesso o mai più. Tanto più che don Ferdinando Bergamelli, nel vedere il pannello incompiuto, mi aveva incoraggiato dicendo: “Finiscilo alla svelta!”
E così, lasciando perdere un po’ le mie ricerche storiche e lavorando ore e ore ogni giorno, ho potuto portarlo a termine il 31 gennaio 2019: “Laus Deo Mariaeque”.
Allego anche un foglio per spiegare ciò che è possibile vedere e riconoscere nella foto e in alcuni particolari.
Nembro, 14 ottobre 2021
Giovanni Bergamelli
Nella foto l’osservatore paziente potrà notare:
- una collezione di “storie” che si riferiscono all’edificio, al paesaggio proprio del paese e alla vita del collegio
- l’edificio centrale nella sua parte alta con il campanile della chiesa dell’Istituto
- i tre portici tra loro diversi
- il grande cedro
- la balaustra del terrazzo esterno al cortile
- alcuni tigli che circondavano il cortile
- la chiesa parrocchiale che emerge dal gruppo di case che le stanno quasi davanti
- il sole che tramonta dietro i colli, benché in un punto dove poteva arrivare solo prolungando il suo corso
- l’immagine ingrandita di Maria Ausiliatrice
- i ragazzi in perfetto ordine ed allineati sotto il portico dello studio intenti a cantare una lode e ad osservare il cielo rosso del tramonto del sole dietro le Alpi ed i colli del Monferrato
- l’altare principale della chiesa con l’immagine dell’Addolorata (ma è quella del santuario mariano dello Zuccarello di Nembro) ed un ragazzo in preghiera durante la visita quotidiana al Santissimo
- il busto di don Bosco posto accanto alla porta d’ingresso dell’ufficio del Direttore
- i simboli dei giochi prediletti: il calcio, la pallavolo, la pallacanestro
- due ragazzi che ci sanno fare con gesti atletici: uno calcia un pallone, l’altro sta per fare canestro a due mani
- alcuni ragazzi fanno crocchio attorno ad un superiore in certi momenti della giornata: chi cammina avanzando e chi all’indietro
- nello studio il Consigliere legge i voti mensili: i ragazzi ascoltano trepidanti, ma uno, chiamato per nome, si è alzato e, assai compunto, si sente dire che ha meritato 10 meno nel comportamento
- il grande orologio segna il tempo dei compiti e dello studio
- la campanella, appesa sotto un balcone, scandisce l’intera giornata
- in refettorio i ragazzi mangiano in silenzio perché un loro compagno, grandicello, legge una bella storia a puntate
- in teatro la banda del collegio suona durante l’intervallo dello spettacolo che ha per titolo BRITANNICUS, un lavoro quasi tutto in versi, che ha fatto sudare alcuni di noi per impararlo per bene
- alcuni ragazzi sono occupati a fare le quotidiane pulizie con strumenti adatti
- i ragazzi in passeggiata sono invitati dall’assistente a non fermarsi troppo a chiacchierare ma a proseguire anche se la strada è polverosa o infangata, a seconda della stagione
C’è qualcosa che manca nell’insieme, forse la più attesa della giornata: la notte, quando la lunga giornata, iniziata alle 6 e portata a termine alle 21 e 30, si concludeva con il “TU AUTEM DOMINE MISERERE NOSTRI”.
Forse a qualcuno interesserà capire anche le parole del pannello:
La cornice:
- in alto: PADRE E MAESTRO DELLA GIOVENTÙ S. GIOV. BOSCO SII NOSTRA GUIDA
- in basso: ISTITUTO MISSIONARIO SALESIANO “S. PIO V” – PENANGO MONFERRATO – AT
- a sinistra: SANCTA PARENS
- a destra ADESTO FILIIS ossia: S.P.A.F. , che era il motto della società, segreta, voluta da don Santo Mognoni per la nostra classe
- a destra della chiesa del paese alcune parole, benché senza punteggiatura, cercano di dare senso a tutto l’insieme:
- PER LE STRADE DELLA VITA SEI STATO
- NELLA MENTE E NEGLI OCCHI O COLLEGIO
- VIA DA VOI AMICI MAI SONO ANDATO
- sul sipario alzato del teatro: BRITANNICUS (di cui fu interprete principale Luce Settimio)
- sopra le arcate del portico dello studio: 1955 – 1960 (la mia permanenza nell’Istituto)
- tra le finestre dell’edificio, anche se fuori luogo, ma come richiamo a Gressoney: DON BOSCO
- in basso a destra: GIOVANNI BERGAMELLI .