Diario autografo 2 – Silvia Falcione
Diario autografo a puntate di un viaggio nel nord del Marocco organizzato da Viaggi Solidali, dal 30 dicembre al 5 gennaio appena passati. Viaggio condiviso con altre 12 persone e una guida locale che non si conoscevano prima.
Silvia Falcione, 2 giorno: Asilah.
Meravigliosa città bianca e azzurra sul mare oceano. Deserta l’inverno e centro di turismo balneare frequentatissimo l’estate. Sede di una rassegna artistica annuale di artisti internazionali che dipingono ogni anno i suoi muri con le loro opere di arte contemporanea.
Spiaggia profonda di un giallo intenso. Oceano mare con le onde lunghe e spumose. Piedi nell’acqua fresca. Rari turisti stranieri e piccole botteghe artigiane con oggetti di pregio. Pochi i caffè aperti. Molte le case chiuse. Il mare d’inverno.
Tetouane. Una zuppa di fave nel suk profondo di una città mediterranea e un tè caffè nel giardino arabo con vista sulla collina coperta di case bianche. Una piazza per incontrarsi e i giochi dei bambini. Una strada del suk con mille gioiellerie con le porte aperte. Qui non ruba nessuno? E gatti. Come ovunque qui, di ogni colore.
La città blu Arrampicata sulle montagne del Rif, Chefchaouen risplende di luci quando arriviamo che è già notte. La notte di Capodanno. I turisti sono ovunque. Venuti da ogni dove. Non ce l’aspettavamo così. Immaginavo una città sospesa nel tempo e nel nulla. Invece sembra finta. Le case divenute alberghi ci impegnano con lunghe scale e alti gradini. Il nostro ha un’alta terrazza che ci ripaga con un panorama da presepio. Qui salutiamo la mezzanotte con molta allegria, dolcetti locali e due bottiglie di spumante faticosamente recuperate nel retro di un Carrefour.
Il Marocco è musulmano e non vende alcoolici se non di straforo. Al mattino del primo dell’anno la città è quasi deserta e si offre fresca nel suo blu di case, di scale di porte, su cui appaiono ogni momento gattini neri, gattini biondi, gattini bianchi, gattini tigrati. Mancano i gatti blu.
Facciamo incontri nei vicoli stretti con signore avvolte in scialli, bambini che si rincorrono, signori con il djellaba, tipico cappotto di lana marocchino col cappuccio rovesciato. Sciarpe e tappeti di lana morbida e ruvida appesi in bella vista. Colori sul blu. Recupero la mia città immaginaria che presto si riempie di nuovo di botteghe di ciarabattole e di turisti.
È ora di andare. È ora di lasciarla. Adieu bleu.