Il coraggio di chi vuole bene. Silvia Falcione
Chiara aveva sempre dei bei voti. Non voti stellari. Bei voti onestamente guadagnati. Chiara era gentile, educata sempre presente. Poi siamo tornati in DAD, la scuola a distanza . Chiara a volte c’era a volte no. Ma era abbastanza normale per diversi studenti. Il digital divide in Italia lo abbiamo scoperto con la pandemia. Non tutti hanno una buona connessione. Non tutti hanno una connessione. Alcuni hanno la connessione solo sul cellulare. Poi i giga finiscono. Ogni tanto quando il video era acceso alle spalle di Chiara si vedeva un letto sfatto, ortopedico, con il triangolo appeso. Ho pensato che fosse a casa della nonna per aiutarla e non lasciarla sola. Chiara è buona.
Poi siamo tornati a scuola. Era primavera ormai. Chiara è rimasta assente, una settimana. Nessuno sapeva come mai. Poi un giorno mi scrive una compagna.
Prof. È morto il papà di Chiara. Aveva il cancro. Da due anni. Non lo aveva detto a nessuno. Mi ha scritto ora. Il funerale è domani. Noi andiamo.
osa? Si andate. Bravi ragazzi
Ho scritto a Chiara (Non potevo andare al funerale) e mi ha risposto. Al funerale ha parlato a tutti del suo papà insieme ai 4 fratelli. Così mi hanno detto. Dopo due giorni è tornata a scuola.
Ma Chiara sei già qui? Voleva abbracciarmi, ma non si poteva, per il covid. Occhi profondi e un leggero sorriso. Le ho preso le mani. Chiara coraggiosa. Non le abbiamo chiesto niente. Il coraggio si rispetta e si stima. Al coraggio si vuole bene. Il coraggio di Chiara e della sua mamma e dei fratelli ci ha stupito tutti. La nostra Chiara è ancora più nostra adesso.