Intervista 1 – Silvia Falcione
Con i miei studenti di terza e quarta liceo delle scienze umane abbiamo affrontato il fenomeno della migrazione spaziando da quella di oggi fino a quella dei loro nonni durante la grande migrazione interna italiana da sud verso nord, in particolare verso Torino e la Fiat.
Ho chiesto loro di realizzare delle interviste libere sulle storie di vita dei migranti che conoscevano. Hanno raccolto storie molto interessanti che vi proponiamo.
Intervista realizzata da Kiara, 16 anni
Questa che scriverò a breve è la storia di un nostro caro amico di origini Albanesi, o almeno amico molto stretto di mio nonno paterno, anch’egli di origini albanesi, che ho conosciuto qualche estate fa, quando sono andata giù in Albania con la mia famiglia, per scoprirlo come paese e conoscere nuovi posti.
Quella che ci racconterà è una storia di vita incredibile, che mi ha fatto riflettere molto, conoscere e capire molte cose…
“Io sono nato e cresciuto in Albania con la mia famiglia, sempre accanto e d’aiuto a loro. Di certo non navigavamo nella ricchezza, anzi, a causa di guerre civili, crise economiche, malattie, carestie, ecc
A quei tempi vi era una povertà assoluta, si lavorava sodo, per potersi permettere luce, gas e pane a tavola…
Sono sempre stato un bambino che studiava, per quanto si poteva, si divertiva con poco, per esempio una cosa che mi piaceva molto era giocare con i miei amichetti a calcio, ero pure bravo eh, inoltre e soprattutto lavoravo molto…
Sin da piccolo aiutavo mio padre nelle faccende riguardanti i nostri campi, come ho detto prima, sono sempre stato presente e d’aiuto alla mia famiglia per tutto.
Fin quando all’età di 17 anni, non decisi di mollare tutto, ed andare via… Non di certo per viaggiare e divertirmi, ma per trovare un lavoro abbastanza remunerativo, così da poter aiutare un po’ economicamente la mia famiglia…
Quindi presi tutto il necessario in uno zainetto, e partii con altri tre ragazzi per la Grecia, a piedi… E siccome vivevo nella parte settentrionale dell’Albania, il tragitto fu abbastanza lungo, infatti ci facemmo ben 5 giorni di camminata.
Il momento che più ricordo di questo viaggio, fu quando giungemmo il confine tra Grecia e Albania. Terribile momento… Perché vi era la polizia, i controlli etc… E noi senza documenti dovemmo fare di tutto per superare questa dogana, senza farci vedere.
Purtroppo due dei miei amici furono avvistati e di conseguenza arrestati… Io invece ce la feci a passare, ma dovetti dividermi dagli altri ragazzi, che non rividi mai più… E da qui, completamente da solo, iniziai a costruirmi a poco a poco una così detta ‘vita’.
Dal superamento del confine, raggiunsi una citta al nord della Grecia, e la prima cosa che feci fu trovarmi un lavoro, in nero ovviamente, perchè non avevo documenti e niente, ero un’immigrato irregolare, fortunatamente conobbi una persona, anch’egli albanese, che mi permise di soggiornare nel suo appartamento…
E rimasi così per un bel po’ di tempo, perchè neanche io sapevo quanto sarei rimasto, cosa ne sarebbe stato del mio futuro, di me ecc.. L’unica mia intenzione e l’unico mio problema era rimanere fin quando non avessi guadagnato abbastanza per tornare dalla mia famiglia…
Continuai così in Grecia per ben sei mesi, fin quando un giorno non mi beccò la polizia greca che mi riportò immediatamente in Albania.
Una volta tornato nel mio paese, ci rimasi per un lungo arco temporale, fin quando un anno dopo non decisi di ritornare in Grecia… Quindi rifeci lo stesso identico tragitto, riuscii a superare il confine e ancora una volta ricominciai da zero…
Continuai così per 2/3 mesi, fin quando un giorno, la polizia beccò me e un mio amico con cui avevo fatto il viaggio. Questa volta i documenti ce li avevo ma ad ogni modo ci tennero per un po’ rinchiusi, e nel frattempo noi eravamo convinti che ci rimandavano nuovamente in Albania, quando poi non arrivò un poliziotto che ci disse: “Siete liberi”, questo perché, in quegli anni in Albania c’era una brutta guerra civile, e per la nostra protezione, ci permisero di rimanere fin quando non si sarebbero calmate le acque…
Successivamente, a distanza di non molto tempo, decisi spontaneamente di ritornarci, intento a non voler più tornare in Grecia…
Poi però dopo un po’ di tempo, più o meno verso i vent’anni, iniziai a rendermi conto che per me lì non c’era un futuro, se non costruirmi una vita in cui avrei dovuto faticare come i miei genitori.
Allora decisi di partire per l’Italia… Con mio cugino prendemmo la prima nave e arrivammo in Puglia, dove prendemmo un treno in direzione di una città che conosceva lui. Il viaggio durò abbastanza.. Fin quando non arrivammo a Torino, luogo in cui ricostruì veramente e in modo serio da sotto zero la mia vita…
Inizialmente fummo ospitati da sua sorella, anche mia cugina, giusto il tempo di fare i documenti, quindi ottenere il permesso di soggiorno e trovare un lavoro.
Una volta messo qualche soldo da parte e con i documenti in mano, mi trovai una bella casetta e la affittai… E da lì in poi, mattone per mattone, iniziai a costruirmi una vita.
Ci fui per me e nel contempo per la mia famiglia… Nel frattempo le cose al mio paese migliorarono, le mie due sorelle si sposarono e io continuai ad andarci ogni estate…
Feci molti sacrifici, ma sono serviti davvero tanto per arrivare dove sono ad oggi. Sono pienamente cittadino Italiano, ho una bella famiglia, una bella casa, un lavoro, sono in salute e contento di ciò che ho fatto e continuo a fare.
LA VITA MOLTE VOLTE TI SORPRENDE, e ti fa arrivare dove non pensi neanche lontanamente di poter arrivare…”