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“La felicità” – Federica Marenco

“La vita è felicità, meritala”. Cosi diceva Madre Teresa. Federica Marenco

Ogni essere umano insegue la felicità, tanto che il concetto di felicità attraversa tutto il pensiero filosofico occidentale dai greci e romani fino ai giorni nostri. Anche gli economisti parlano della felicità assimilandola al benessere personale e collettivo. A livello politico gli Stati Uniti d’America hanno incluso la felicità nella dichiarazione d’indipendenza americana e più recentemente, l’Assemblea Generale dell’ONU ha istituito la giornata internazionale della felicità, che viene celebrata il 20 marzo.

Ma se, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano cerca di essere felice, l’interpretazione della felicità è totalmente soggettiva e ogni singola persona ha la propria definizione di felicità. E poi Gesù è venuto a scuotere l’interpretazione della felicità, con le “Beatitudini”. Testo meraviglioso e complesso da comprendere, che non sta a me commentare.

Riflettendo sul concetto di felicità e su quanto ha affermato Madre Teresa, mi è venuto da pensare che la felicità, come la vita, è un dono semplice e prezioso, da proteggere, da custodire.

La felicità è il sorriso di un figlio, è l’abbraccio di una persona cara.

La felicità è scoprire che nonostante tutto, la vita vince su malattie e paure.

La felicità è osservare e prendersi cura della natura in tutta la sua meravigliosa e vulnerabile bellezza.

La felicità è fare attenzione a chi ci sta accanto, perché a volte basta una parola, uno sguardo, una piccola attenzione per rendere felice ed essere felici a nostra volta. Perché la felicità è contagiosa.

La felicità è aprire il nostro cuore e la nostra vita agli altri, alla famiglia, agli amici, ma anche a chi non conosciamo, a chi è diverso da noi, per scoprire che alla fine, siamo tutti uguali e condividiamo tutti la stessa voglia di vivere e di essere felici.

La felicità è anche ritornare a Gressoney, camminare nel grande prato e ritrovare gli amici di sempre e quelli nuovi. E allora forse la felicità è anche e soprattutto un dono da condividere. Perché camminare nel prato di Gressoney se siamo da soli non ha lo stesso valore di quando camminiamo insieme.