La forza dell’amore – Adriana Perillo
Ogni anno, il 14 febbraio, ricorre la festa di San Valentino dedicata a tutti gli innamorati. Essa risale al IV secolo dopo Cristo ed era chiamata Lupercalia, in onore del dio pagano della fertilità,
Luperco. Era una festa dai riti molto sfrenati, poco consoni all’idea dell’amore cristiano, perciò nel 496 il papa Gelesio I nominò patrono degli innamorati San Valentino da Terni.
Questa festa, oggi ,si onora in molti paesi ma non ha risvolti religiosi, bensì economici e consumistici; tuttavia celebra l’amore, un sentimento essenziale per ognuno perché siamo fatti per amare ed essere amati. “Amor, amour, love”: cosa indica questo vocabolo? Affetto, passione, attrazione, tenerezza, ardore, interesse, inclinazione, misticismo: molti sono gli ambiti in cui viene usata per indicare le tante sfumature di questo sentimento che riguarda la sfera affettiva.
La Bibbia, libro dei libri, nel Cantico dei cantici ci offre pagine di una incredibile bellezza sull’amore, canta la passione di due sposi che vivono l’attrazione anche fisica che è “forte come la
morte”. Nella storia dell’uomo è stato il tema prediletto di poeti, artisti, musicisti che lo hanno esaltato in tutte le sue forme, inneggiando o lamentando le pene d’amore.
Ogni tempo ha avuto i suoi cantori: nel VII secolo A.C. La poetessa Saffo, nell’isola di Lesbo, dove c’era una comunità dedita al culto di Afrodite, scriveva versi per un amore non corrisposto per cui morì suicida, secondo la leggenda. L’amore rende più bello il mondo ma a volte è causa di guai, come scrive Omero nell’Iliade e nell’Odissea, dove gli eventi raccontati sono stati determinati da storie d’amore: Elena, rapita da Paride, fa scatenare la guerra tra Greci e Troiani e Odisseo, trattenuto dagli affetti prima di Calipso e poi di Circe, ritorna dalla sua fedele Penelope solo dopo dieci lunghi anni dalla fine della guerra di Troia. Anche Virgilio, in epoca romana, narra la forte passione di Didone ed Enea, che portò alla morte suicida della regina dopo il suo abbandono.
La poesia ci permette di sognare, contiene gioia, felicità, allegria ma anche tristezza, sofferenza e per questo è magica, perché esprime emozioni individuali e personali che diventano universali. Catullo, poeta del I secolo A.C. è il vate per eccellenza dell’amore forte e distruttivo verso Clodia, i suoi versi parlano della fine dell’amore ma anche di quello che sognava pazzamente e poi odiava
struggendosi: “Odi et amo… non lo so ma capisco che succede e mi tormento”. In un carme famoso si esprimeva: “Viviamo mia Lesbia, ed amiamo… tu dammi mille baci, quindi cento, poi dammene altri mille e quindi cento…”
Leggendo i vari autori della rima amorosa è evidente che l’amore sofferente ispira maggiormente perché tocca le corde del cuore in modo doloroso, esasperato ed infelice come per Tristano e Isotta, Orlando portato alla follia dall’amore per Angelica, Giulietta e Romeo ed altri.
Nella Divina Commedia questo sentimento è onnipresente ed è il motivo per cui Dante intraprende il suo viaggio dagli inferi fino al cielo. C’è quello che va dai sensi (inferno) allo spirito e tante altre forme: passionale, dolce e disperato, irrefrenabile (Paolo e Francesca),”Amor ch’al cor gentile ratto s’apprende” (amore che ha una forza potente ed irresistibile), “Amor ch’a nullo amato amar perdona”(amore che obbliga chi è amato ad amare a sua volta), amore mistico verso Dio “L’amor che move il sole e tutte le altre stelle”).
Nella storia della letteratura di tutti i popoli troviamo tanti poeti e scrittori che hanno esaltato questo sentimento come il dono più bello della vita ma qui mi sono limitata ad alcune citazioni.
Oggi l’amore ispira i cantautori che creano testi musicali riferiti alle varie situazioni amorose, alcuni molto belli, tanti altri banali e poco originali. Invece la musica lirica con il melodramma ha espresso largamente le emozioni d’amore con grandi autori come Verdi, Mascagni, Puccini che hanno creato capolavori come le opere Tosca, Boheme, Aida, La cavalleria rusticana ecc…
Anche nell’ambito teatrale e delle arti figurative abbiamo opere bellissime che mostrano la loro bellezza nei musei ed esprimono con le immagini il desiderio d’amore.
Negli ultimi tempi nella vita reale, l’amore sta vivendo momenti tragici perché quotidianamente sentiamo parlare di amore criminale, femminicidi, di tragici eventi che portano morte anche nelle famiglie dove questo sentimento dovrebbe regnare sovrano, lasciandoci increduli e sbigottiti.
Nell’Inno all’amore della lettera ai Corinzi si legge:
“Se ho il dono d’esser profeta
e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
e anche una fede da smuovere i monti,
ma non ho amore,
io non sono niente.”