Devozione alla madre di Dio – don Emilio Zeni

Devozione alla madre di Dio – don Emilio Zeni

“Cosa può dire una mamma a un figlio che parte per una lontana destinazione?
A chi affidare il bene più prezioso?
Siamo nel 1835, Giovanni Bosco dovrebbe entrare in seminario a Chieri ma, come si usava allora, per entrare in seminario bisognava indossare l’abito clericale, cosa che Giovanni fece subito, esattamente il 30 ottobre 1835.
Riportiamo quanto egli scrisse nelle sue Memorie.
Vestito l’abito clericale, il 30 ottobre 1835 dovevo entrare in seminario.
Mia madre mi chiamò in disparte e mi confidò: ”Giovanni, tu hai vestito l’abito clericale: io provo tanta consolazione. Ricordati però che non è l’abito che fa onore, ma la virtù. Se un giorno avrai dei dubbi sulla tua vocazione, per carità, non disonorare quest’abito. Quando sei nato ti ho consacrato alla Madonna. Quando hai cominciato gli studi ti ho raccomandato di voler sempre bene a questa Madre. Ora ti raccomando di essere tutto suo, Giovanni. Ama i compagni che vogliono bene alla Madonna. E se diventerai sacerdote, diffondi attorno a te l’amore per la Madonna. Mia madre era commossa. Io piangevo. Le risposi: ”Mamma, vi ringrazio di tutto quello che avete fatto per me. Queste parole le porterò con me come un tesoro per tutta la vita” (Don Bosco)
Durante le vacanze estive la Mamma osservava il proprio figliolo “chierico” e gli lasciava quello spazio sereno, diverso dal rigodo regolamento del seminario. Alla sera gli chiedeva soltanto: “Adesso diciamo il rosario, e poi non dimenticarti le preghiere della sera”.
Il messaggio che piò rimanere per tutti noi è la raccomandazione di mamma Margherita: “ti raccomando di essere tutto alla Madonna perché a Lei ti ho consacrato” e sappiamo quanto fu devoto a Maria Ausiliatrice, che lo aiutò in tutte le sue opere.