IL DECALOGO DELL’OTTIMISTA – don Emilio Zeni

Non credo che esistano formule magiche per essere dei simpatici ottimisti. All’ottimismo ci si educa. Intendiamo quello vero, cristiano, che affonda le radici su valori sicuri, su esperienze credibili, su motivazioni ragionevoli, su atteggiamenti evangelici.

La tua vita è unica e irripetibile. Vali perché vivi non per quello che hai. Il Signore “ha coronato l’uomo di gloria e splendore”

La tua vita è nelle mani di Dio che è padre. Lui “ti conduce ad acque tranquille e ti fa riposare in pascoli verdi”. Ti puoi fidare.

Hai tra le mani un grande dono: il giorno che stai vivendo. Il passato non torna, Il futuro non lo conosci. Contempla e riempi di bene la giornata che possiedi. Leggiamo nel Vangelo: “Non ti preoccupare del domani. Guardi i gigli del campo… Il padre si curerà di te”.

 Affronta con dignità le fatiche le sofferenze. Esse non hanno l’ultima parola, ma ti aiutano a conoscerti meglio. Il Qoelet ricorda che “insegna più la sofferenza che l’allegria”.

Non dimenticare che i successi e le illusioni vanno sovente insieme. Guardati dal cadere nel delirio di onnipotenza. Nel Cantico del Magnificat si legge che Dio “disperde i superbi e innalza gli umili”.

Coltiva grandi ideali, capaci di liberare l’anima e dare senso alla vita, come la pace, la fratellanza, la vittoria sulle povertà, la santità. Domenico Savio, a 13 anni, confida a Don Bosco “Voglio farmi Santo, presto santo”. E lo fu.

Riempi l’anima e il cuore di parola di Parola di Dio, prima che si riempiano di banalità. Essa ti sollecita a uscire dalle paludi della mediocrità. Se non sarà piena di Dio, la tua anima si impasterà era di cose. scrive ancora il Qoelet: “Ho fatto un bilancio delle mie ricchezze ho concluso: tutto è vanità ciò che Dio ha fatto dura in eterno”.

Disintossicarsi dalla quotidiana porzione di pessimismo e di banalità che ti somministrano notiziari, pubblicità illusorie e quant’altro la vanità televisiva raccoglie. Non si tratta di chiudere gli occhi sul male ma di aprirli sul bene che c’è. Contempla la foresta che cresce, più che l’albero che cade e al suo posto, se puoi, piantane un altro.

Recupera la tua dimensione spirituale. Rivolgetevi sovente a Dio che “veglia su quelli che lo amano fa brillare di gioia ai loro occhi”. Nella debolezza del peccato riconciliati con Lui. Ti sarà più facile riconciliarsi con te stesso e con gli altri. Ogni domenica sii fedele all’appuntamento della Santa Messa con la comunità dei credenti. Quando preghi sei al massimo della tua dignità, sei con Dio.

Ma ciò che renderà un ottimista irriducibile è la certezza che Cristo è risorto. È lui la nostra speranza. Il calvario non è solo il colle della croce, ma anche il luogo della resurrezione della Vita Nuova. Un giovane sacerdote, lucidissimo di fronte all’avanzare inarrestabile della leucemia che lo distruggeva passo dopo passo, scriveva a un amico: “se nonostante tutto sono ottimista è perché Cristo è risorto.

Siamo ottimisti!