Ogni santuario è un luogo d’infinito – Emanuele Cenghiaro
Ogni santuario è un luogo d’infinito
“I santuari sono case di preghiera, luoghi fuori dal tempo ma che proprio per questo hanno la capacità di metterci, più di ogni altro, in comunicazione diretta con l’infinito, con Dio”. È una riflessione che ho sentito spesso quando mi sono trovato, anche per lavoro, a incontrare i rettori di questi speciali luoghi di culto. Nella mia diocesi, Padova, che tocca ben cinque province venete, ve ne sono tantissimi e molti con una devozione ancora viva, dai giovani agli anziani. Non a caso da noi ne abbiamo ben quattro dedicati a Sant’Antonio, forse il santo più venerato al mondo.
In questo tempo di pandemia mi ritorna alla mente il fatto che, almeno in terra veneta, la maggior parte dei santuari ha tratto origine in tempi difficili, spesso di pestilenza. Secolo dopo secolo, è ancora a questi luoghi che la gente si reca nei “propri” momenti bui per chiedere una grazia, trovare un conforto speciale, riconciliarsi con Dio e con la propria vita. Al santuario, però, si va anche nei momenti di gioia, per ringraziare, non solo per chiedere o lamentarsi!
Ma non si va in un luogo a caso: ognuno ha il proprio santuario del cuore, magari piccolo e noto solo a chi vive in quella zona. Non ci si va tutte le domeniche, come in parrocchia: è un posto speciale, una coccola privilegiata, una carezza di una mano che ricarica e incoraggia.
L’altra cosa che ho notato è che sono quasi sempre dedicati a Maria. È lei, madre premurosa, che chiama come suoi messaggeri le persone più disparate: il cavaliere ferito in guerra, il ragazzino, la giovane sordomuta… da noi, persino un ubriacone! Ma è intervenuta anche per dirimere liti o liberare dalla pestilenza. È per questo che, se a Gesù sono dedicate tutte le chiese del mondo, è nei santuari che, come alle nozze di Cana, si va da Maria e si bisbiglia, sottovoce, che è finito il vino?
Forse dovremmo rivalutare questi luoghi, non in cerca di miracoli ma per ritrovare noi stessi e la nostra fede, per rinnovare un dialogo spirituale evitando che rischi di diventare sterile abitudine. Riscopriamo i santuari: se non ci fossero, bisognerebbe inventarli!