L’INUTILE GARA – don Emilio Zeni

È quella dell’uomo che pretende di competere con il tempo nella sua inarrestabile corsa.

Dovrebbero essere amici, il tempo e l’uomo. Sono diventati avversari; o forse, è soltanto l’uomo a guardarlo con sospetto, talvolta con rabbia.  Il tempo che corre troppo, o non passa mai, il tempo che illude. Così i due avversari, tempo e uomo, fanno la propria corsa. Ma sconfitto ne esce sempre l’uomo con l’affanno che lo insegue e alla fine lo distrugge.

Il tempo, amico dell’uomo, gli offre i ritmi per un’esistenza vivibile, le occasioni per assaporarla come limpido anticipo di quanto atteso e promesso nell’eternità, davanti alla quale anche il tempo si ferma. Ritmi scanditi dal giorno e dalla notte, dalle stagioni.

Gesù ce lo ricorda: “Non affannatevi per il domani… basta ad ogni giorno la sua preoccupazione”.

Oggi, così come ci siamo organizzati la vita per un benessere da rincorrere – col fiato corto- per capirlo e accumularlo, non rimangono che briciole di tempo per gustare quanto abbiamo faticosamente racimolato.

Si inizia presto, già con i bambini: scuola, studio, corsi di danza, sport, musica e quant’altro perché siano domani un po’ più “grandi” e un po’ più “primi” degli altri. E passa via rapidamente la fanciullezza senza i suoi giochi, le sue fantasie i suoi capricci. E su, su, di età in età: la stessa corsa. Adolescenza e giovinezza che sfumano nelle nebbie di un futuro sognato, rincorso e raramente raggiunto. E poiché non si aprono- se non per pochi – le strade del successo, si spalancano le porte delle mille trasgressioni per vincere la noia del tempo che non offre più niente.

Non c’è più tempo per gustare un’alba, ammirare i colori dell’aurora, respirare l’aria nuova del mattino, contemplare un tramonto, viaggiare sognando con le nuvole nel cielo azzurro… non c’è più tempo per giocare con i propri bambini, non più tempo perdonarsi tenerezza nelle coppie sempre più allo sbando. Né tempo né pazienza per ascoltare e capirsi. Non più tempo per “svegliare l’aurora, con l’arpa è la cetra”, secondo il pio salmista, e dialogare, in estasi con il Creatore. E se il tempo c’è, dopo i faticosi ritmi quotidiani, eccolo, il tempo, rapito dai programmi televisivi.

E domani è un altro giorno, fotocopia del oggi scivolato via. Tanto tempo rubato, tanto tempo svenduto.

Ed è subito sera, crepuscolo della vita. Il tempo ti ha vinto. Vien da pensare a un notissimo verso di Leopardi ” Ahi! pentirommi e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro”.

Non per tutti e non sempre è così, certamente. Felice colui- ed è tutto Misericordia di Dio – che avrà ancora il tempo per accorgersi che li, a due passi, si apre l’infinito eterno, quello per cui è stato creato, quello di cui, il tempo, da sempre suo compagno inseparabile, era la pallida ma eloquente immagine. l’infinito eterno con Dio e con i fratelli ai quali, forse, ha saputo donare poco, troppo poco tempo.

La vita vissuta al di fuori dei progetti divini per rincorrere affannosamente progetti umani, può esaurirsi purtroppo, in una inutile corsa. “Procuratevi innanzitutto il Regno di Dio, tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”, ci avverte ancora il Signore.

Si legge nel libro sacro del Qoelet: “nella vita dell’uomo​, per ogni cosa c’è il suo momento”.

Riappropriarsi dell’antica amicizia del tempo, viverne i ritmi sereni e fruirne i tanti doni, potrebbe essere garanzia per un po’ di felicità.

È l’augurio pasquale agli affezionati lettori.